SEZIONE CURATA DALLA DOTTORESSA ANNA STRAZZULLI
Il colore nella BioArchitettura
Il colore, intervenendo sui parametri biologici, psicologici e culturali, consente di ritrovare quell’unità della persona e dell’individuo all’interno del proprio sistema, (famiglia, comunità, cultura e ambiente).
L’esistenza di un rapporto tra colore, salute e benessere è stata universalmente riconosciuta; il colore è gioia , festa attenzione; il grigio è disattenzione, apatia, introversione.
I colori sono esperienze sensoriali.
All’interno del proprio ambiente ogni aspetto gioca un ruolo determinante ai fini del benessere dell’individuo e degli scopi a cui esso è destinato,pertanto pavimenti , pareti, soffitti dovranno essere considerati parte di uno stesso insieme.
Più a lungo ci si deve soffermare in un ambiente , più esso deve avere tonalità calde ed accoglienti, le stesse sono da prediligere in luoghi rumorosi.
I colori chiari provocano insicurezza e paura, abbagliando la pupilla che è costretta a restringersi.
Ogni ambiente deve tenere conto delle finalità a cui è destinato ed alla personalità stessa di chi lo abiterà.
Dr.ssa Anna Strazzulli
Per approfondimenti visitate il sito www.cromoambiente.it
Bioarchitettura ,geopatie. I nodi di Hartmann
La Bioarchitettura si occupa della fabbricazione di strutture abitative ecologicamente corrette o “ biocompatibili”.
La crescente esigenza di uno spirito naturalista ha fatto così sorgere nel 1988 l’associazione di “ Bioarchitettura” INBAR ( Istituto Nazionale di Bioarchitettura).
I corsi ed i programmi tendono a soddisfare le nuove esigenze del mercato e quindi dell’individuo che è diventato l’oggetto stesso della ricerca scientifica. Una centralità della persona che si inserisce nel proprio ambiente , sotto il profilo sociologico , psicologico ,ambientale e culturale, che esprime se stesso nel proprio ambiente contestualizzato in un indice di indicalità e riflessività.
La bioarchitettura non può prescindere pertanto dall’avere riflessi anche nel contesto biologico oltre che psicologico , nascendo come geobiologia da Hartmann in poi ( 1915-1992).
Secondo la geobiologia la Terra sarebbe attraversata da un sistema di linee che formerebbe una rete: i punti di incrocio di tali linee, chiamati “nodi radianti” o “nodi di Hartmann”, che sarebbero nocivi per l’organismo in quanto provocherebbero le cosiddette geopatie.
La rete di Hartmann viene definita una griglia di passo 2 m per 2.5 m ricoprente l’intero pianeta Terra e uscente radialmente da esso.
Le geopatie, sarebbero le malattie causate dallo stazionamento sopra le zone di incrocio della rete di Hartmann, nei punti o “nodi di Hartmann” o “nodi radianti” o “punti cancro”.
I bioarchitetti sostengono che stazionare per un lungo periodo sopra uno di tali nodi può causare danni alla salute. Da qui l’esigenza di progettare abitazioni in luoghi non radianti o di schermare i nodi , nelle abitazioni già esistenti attraverso materiali come il sughero ed il rame, oltre a locare letti e scrivanie e tavoli in altri punti dell’abitazione.
I corsi d’acqua sotterranei, le cavità, i depositi di minerali, i “camini tellurici”, la “rete di Hartmann” e la “rete di Curry”, sono i nuovi elementi di interesse del bioarchitetto.
Il Fenomeno si è esteso nell’ambito della ricerca scientifica e nell’ambito delle pseudoscienze , non avendo avuto ancora la prova oggettiva e il riscontro sperimentale. L’interesse di questi fenomeni è peratanto ancora all’attenzione della fisica e della geologia che per ora ne ha contesta i vari aspetti metodologici , confinando il fenomeno nell’ambito delle pseudoscienze.